Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012 - (Page 7)

L’Editoriale Partita aperta Nel 1913, Srinivas Ram Wagel pubblicava a Shanghai un libro intitolato Finance in China, nel quale prevedeva che l’ex celeste impero avrebbe superato economicamente l’occidente, perché aveva una popolazione molto più numerosa dell’insieme dei paesi dell’ovest e un costo del lavoro più basso. Siamo appena dopo la fine della dinastia Qing (268 anni di regno), l’ultima prima della trasformazione del paese in Repubblica popolare. Il sorpasso non è ancora avvenuto, nonostante sia passato quasi un secolo. Era dunque sbagliata la previsione? Non proprio, secondo Zhiwu Chen, professore all’università di Yale e uno dei massimi esperti al mondo sulla Cina, che è stato recentemente intervistato da Morningstar. Il punto è che la storia, dopo il 1913, è andata in un’altra direzione: è scoppiata la prima guerra mondiale, il paese è stato invaso dal Giappone, poi è stata la volta della seconda guerra mondiale, di quella civile e, infine, della rivoluzione culturale. Oggi, l’ex celeste impero è secondo solo agli Stati Uniti in termini di prodotto interno lordo, ben distaccato dal Giappone. Le previsioni parlano di un sorpasso nei prossimi anni (secondo le stime del Fondo monetario internazionale avverrà nel 2016), ma esse sono basate sul presupposto che i tassi di crescita rimangano quelli degli ultimi 30 anni, ossia intorno al 10%. In realtà, il paese si trova davanti a grandi sfide per non rimanere vittima del suo passato. La prima è il passaggio da un’economia basata sulle esportazioni a una più orientata ai consumi privati. La seconda riguarda l’indebitamento: la spesa pubblica è lievitata nel 2008 per contrastare la crisi finanziaria internazionale, così come i prestiti erogati alle amministrazioni locali. Inoltre, i privati hanno beneficiato delle politiche monetarie espansive. Il rischio è che molti debiti diventino insolvibili. Altre sfide dovranno essere affrontate sul fronte delle privatizzazioni e della valuta. Viste da New York, le debolezze di Pechino rappresentano un’opportunità per riaffermare il primato mondiale. L’economia americana ha molti acciacchi, tra cui gli squilibri di bilancio, i postumi della crisi finanziaria. Tuttavia, è molto meno dipendente dall’estero della Cina, in particolare dalla malata Europa. Inoltre, un rallentamento dell’ex celeste impero ridurrebbe la pressione sui prezzi delle materie prime, a beneficio dei consumatori americani. D’altro canto, lo sviluppo della classe media cinese (che è considerato un trend di lungo periodo) è un boccone ghiotto per le multinazionali e per i marchi del lusso. Infine, l’economia statunitense dà segnali incoraggianti, soprattutto nella componente dei consumi privati, che rappresenta la fetta più importante del Pil. Gran parte degli analisti ragionano sulle conseguenze negative della crisi europea e del raffreddamento asiatico, pochi osano previsioni su quali effetti positivi potrebbe produrre il miglior posizionamento dell’economia americana rispetto a quella del resto del mondo. Il punto è chi darà scacco matto nella complessa scacchiera planetaria: la Cina è data per favorita, ma gli Usa potrebbero fare la mossa che non ti aspetti. Sara Silano è direttore di Morningstar Investor Sara Silano, Direttore di Morningstar Investor sara.silano@morningstar.com Morningstar.it 7 http://www.Morningstar.it

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012

Morningstar Investor Gennaio/Febbraio 2012
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
Potenze a confronto
Gli Usa non fanno marcia indietro
La Cina ha molte carte da giocare
Cosa manca a Shanghai per essere Wall Street
Gli americano rivalutano il risparmio, i cinesi provano a ridurlo
Imprese di stato, è tempo di cambiare
Compro la Cina da Milano
5 domande a Pierpaolo Benigno (economista)
Rischio super-potenze, strategie di copertura
Cina e Usa: motori difettosi?
Analisi Morningstar
Usa e Cina negli Etf
ETF Analysis
Gli affari d'oro di New York a Pechino
Cina e Usa sono big anche nei fondi

Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012

https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q4-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q3-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q2-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q1-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20121112-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120910-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120708-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120506-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120304-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120102-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20111112-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110910-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110708-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110506-it
https://www.nxtbookmedia.com