Morningstar Investor - Luglio/Agosto 2012 - (Page 14)

Scenari I fondi pensione indossano la corazza Di Antonio Bottillo Le società di gestione elaborano nuovi modelli di asset allocation per proteggere il portafoglio dai rischi di mercati più volatili. Riforma del lavoro, sostenibilità della spesa, clima di austerità, crescita inesistente: tutti temi di grande attualità. E ancora, inizio d’estate a dir poco delicato per l’euro: referendum irlandese, legislative francesi, la Grecia, le banche spagnole, il Consiglio Europeo di fine giugno. In tale scenario il sistema previdenziale si trova a doversi rapportare con il cosiddetto rischio longevità (l’Fmi, Fondo monetario internazionale, stima che la vita media nel 2050 si allungherà di tre anni, con un aumento della spesa previdenziale del 50%) e con le relative implicazioni a livello di sostenibilità fiscale e di possibile aumento del rapporto debito/Pil. Inoltre, deve tenere presente la crescente richiesta di asset sicuri, sempre più scarsi: l’Fmi stima che nel 2016 ci saranno 9 miliardi di dollari di strumenti sicuri in meno. A completamento del quadro vanno considerate le misure di austerità che l’Ue sta imponendo per risanare i conti che non consentono, al momento, di favorire prospettive di crescita. Portafogli da rivedere Spostando l’angolo d’osservazione sui mercati finanziari, sicuramente possiamo trarre alcune interessanti considerazioni per comprendere il clima di riflessione che sta vivendo il mondo dei fondi pensione e delle casse di previdenza e, soprattutto, la possibile reazione che l’industria del risparmio gestito sta meditando. Fino a qualche tempo fa, la gestione dei capitali nella fase di accumulazione all’interno di un sistema a contribuzione definita risultava di facile soluzione: bastava stabilire una percentuale di allocazione del portafoglio tra componente obbligazionaria e azionaria che privilegiasse inizialmente quest’ultima e, 5/10 anni prima del pensionamento, se ne riduceva progressivamente il peso, in modo da consolidare i rendimenti e ridurre i rischi. Ma negli ultimi 10 anni questo paradigma è stato smentito: gli investimenti azionari hanno riportato performance deludenti e aumentato la volatilità dei portafogli. Nel migliore dei casi il valore dei mercati finanziari, dopo forti e repentine fluttuazioni, è più o meno tornato al livello di partenza; in altre parole, la volatilità della volatilità è aumentata notevolmente. Ciò ha determinato la necessità di riflettere sulla possibile combinazione che gli inve-stimenti dovrebbero adottare per garantire ancora ritorni e rendimenti adeguati e, al tempo stesso, ridurre i rischi. Di qui la grande rincorsa per la ricerca della migliore soluzione, e della nuova tecnica. Multi-asset? Risk Parity? Minimum Variance? E altro ancora. Ne emerge un quadro a dir poco interessante. Obiettivo protezione La questione per il sistema fondi pensione è di estrema serietà: la previdenza è chiamata ad elaborare portafogli di nuova generazione, più robusti e durevoli, più sostenibili, definendo approcci nuovi che consentano di ridurre la volatilità del portafoglio. Se il sistema previdenziale si trovasse nella necessità di iniettare maggiori capitali per compensare i ritorni più bassi, che strade potrebbe seguire? Richiedere una maggiore contribuzione ai lavoratori, prolungare il periodo di contribuzione oppure diminuire le prestazioni agli aderenti. Nessuna di queste strade è auspicabile o indolore. A fronte delle aspettative di vita più elevate e alla luce della direzione (necessaria) intrapresa dalle riforme previdenziali, è quanto mai necessario per tutte le forme pensionistiche effettuare un’attenta disamina delle proprie passività per essere in grado di rispondere agli impegni assunti nei confronti dei lavoratori. In tale contesto, è necessario per l’industria del risparmio gestito ascoltare le esigenze specifiche di ciascun fondo pensione, ripensando a un’allocazione ottimale del portafoglio in un’ottica non solo di rendimento ma soprattutto di protezione. Controllo del rischio La prima riflessione che emerge dal quadro disegnato è che c’è bisogno di un’attività di risk management migliore e non semplicemente di una sua intensificazione. E’ necessario, insomma, non confondere la misura dei rischi con la comprensione dei rischi. L’attualità offre una grande opportunità a 14 Morningstar Investor Luglio / Agosto 2012

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Luglio/Agosto 2012

Morningstar Investor Luglio/Agosto 2012
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
20 anni, da Amato alla Fornero
Al puzzle europeo manca un pezzo
I fondi pensione indossano la corazza
Il contributivo è per tutti
Nel budget, non scordare il debito
Giovani e donne, pensioni che fatica
Negoziali, la pensione non è un miraggio
Le tasse “amiche”
5 domande a Emanuele Marsiglia
Come investono i Pip
Buone azioni per ritirarsi dalla vita lavorativa
Target Date, antidoto all'inerzia
Bilanciati sotto la lente
Il costo della previdenza complementare

Morningstar Investor - Luglio/Agosto 2012

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