Morningstar Investor - Settembre/Ottobre 2012 - (Page 20)

In Primo Piano Cedole, il piatto può diventare indigesto Di Marco Caprotti Le azioni high dividend piacciono agli investitori, ma quelle troppo popolari rischiano di essere care. Se poi tornano ad aumentare i tassi possono perdere valore. Controllo della volatilità, maggiore diversificazione e rendimenti più alti. Gli investitori hanno diverse ragioni per puntare, soprattutto nei momenti di crisi dei mercati, sui titoli delle società che pagano ricchi dividendi. Senza dimenticare però che l’high yield non garantisce di uscire indenni dalla tempesta delle Borse. I dividendi, a partire dalla metà degli anni ’20 del secolo scorso, sono stati una buona fonte di rendimento, soprattutto se utilizzati all’interno di un portafoglio ben diversificato. L’era buia e la rinascita All’inizio del 2000 questo tipo di asset di investimento ha subito due forti spallate: la prima è arrivata con la febbre di Internet che ha portato gli investitori a puntare su quelle azioni che crescevano in fretta, a prescindere da considerazioni come i fondamentali, le prospettive industriali, la gestione e il vantaggio competitivo. La seconda l’hanno tirata i prodotti strutturati che, fra le pieghe di un’architettura spesso molto complicata, facevano intravedere la possibilità di rendimenti stellari. Gli investitori hanno iniziato a pensare che non valesse la pena investire nei titoli ad alta cedola e li hanno fatti finire nell’ombra. Ma con le recenti crisi finanziarie lo scenario è mutato completamente. Negli Stati Uniti a intervalli regolari si parla di una nuova recessione, l’Europa è alle prese con il problema del debito sovrano di alcuni stati che può infettare l’economia globale mentre in Cina si cerca il sistema di far viaggiare un motore che rischia di andare fuori giri. Quando gli investitori osservano questo scenario, si rendono conto che i loro bisogni sono diversi da quelli degli anni ’90 e 2000. Oggi cercano una fonte di guadagno stabile e l’apprezzamento dei capitali impiegati. Elementi che possono essere ottenuti inserendo in portafoglio le azioni che pagano alti dividendi. In giro per dividendi Secondo uno studio di Intesa Sanpaolo il mercato italiano continua a offrire valutazioni interessanti sotto questo profilo, con un valore stimato pari al 4,48% per il Ftse/Mib (media 2012-13). Decisamente più contenuta è la stima sul mercato statunitense, con il dividend yield atteso per l’S&P500 che si attesta al 2,28%. A livello geografico, comunque, la preferenza rimane per il mercato europeo, con una stima per l’indice Eurostoxx di un rendimento medio 2012-13 pari al 4,24%, nono-stante il difficile contesto congiunturale che sta portando molti gruppi a ridimensionare la propria politica di distribuzione degli utili. Analizzando poi lo spaccato settoriale europeo, valori elevati sono attesi ancora per il telefonico (6,46%), complici in questo caso anche i prezzi estremamente contenuti raggiunti da molti titoli del settore, compensati però da payout (il rapporto fra gli utili distribuiti e quelli conseguiti) e flussi di cassa ancora interessanti. Superiori al benchmark di riferimento restano le remunerazioni attese per il settore utility (6,93%), bancario (5,42%) e per l’energia (5,37%). Cosa dice il dividendo Bisogna però tenere in mente alcuni elementi. Uno dei sistemi con cui le aziende distribuiscono i profitti agli azionisti è attraverso le cedole. Si tratta spesso di società che hanno terminato la fase di espansione e che dai mercati vengono considerate sicure. Detto questo, bisogna anche considerare che ci sono molti gruppi che danno denaro ai soci ma stanno ancora proseguendo nel cammino della crescita. E importante, inoltre, tenere a mente che la politica dei dividendi di un’azienda può essere una buona indicazione dei suoi punti di forza e di debolezza. Ad esempio: non c’è la certezza che una società sia in grado di mantenere la crescita delle cedole che ha promesso. Un esempio che fa già scuola in questo senso è quello del gruppo energetico inglese BP che, nel 2010, ha dovuto cancellare la distribuzione dei dividendi a causa del disastro petrolifero al largo del Golfo del Messico. Inoltre, una società che dà ricche cedole ha meno capitale da reinvestire per spingere la propria crescita. 20 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Settembre/Ottobre 2012

Morningstar Investor - Settembre/Ottobre 2012
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
Dove sono i porti sicuri
16 terribili numeri dai mercati finanziari
L'oro impreziosisce il portafoglio
La doppia personalità dei preziosi
Tbond, certificato di garanzia scaduto
Le valute con i muscoli
Cedole, il piatto può diventare indigesto
L'oro in dichiarazione: ecco come
I beni rifugio hanno il timer
Il rischio di controparte si vede
Treasury e Bund negli Etf
Etf nel reddito fisso
La crisi si vince in boutique
Rischio, fin dove arriva il gestore
Oro, valute e petrolio, prove di resistenza

Morningstar Investor - Settembre/Ottobre 2012

https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q4-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q3-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q2-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q1-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20121112-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120910-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120708-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120506-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120304-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120102-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20111112-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110910-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110708-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110506-it
https://www.nxtbookmedia.com