Morningstar Investor - Luglio/Agosto 2011 - (Page 24)

In Primo Piano Cosa fare se cambia il rating Di Eric Jacobson La prima domanda da porsi è se si vuole avere in portafoglio bond di minor qualità. La seconda è se si è ripagati per il rischio che si corre. E per stare tranquilli occorre essere diversificati. La notizia che S&P a metà aprile ha abbassato l’outlook sui bond Usa da stabile a negativo è arrivata come una doccia fredda per i mercati. Nel documento che ha accompagnato la decisione l’analista dell’agenzia di rating, Nikola Swann, ha spiegato che esiste “il rischio concreto che i politici Usa non riescano a raggiungere un accordo su come affrontare le sfide finanziarie di medio e lungo periodo entro il 2013”. Per alcuni osservatori l’allarme di S&P è arrivato tardi. Ma almeno ha portato l’attenzione sul fatto che la situazione del debito sovrano americano è insostenibile. Il deficit Usa è passato dal 2% al 5% del Pil nel periodo 2003-2008 per poi arrivare all’11% nel 2009 senza peraltro dare segni di voler invertire la rotta. Per l’agenzia di rating, c’è una possibilità su tre che nei prossimi anni si possa arrivare a un declassamento del debito a lungo termine americano (oggi classificato come tripla A). Gli elementi di giudizio Quando una società di rating lavora sul giudizio delle obbligazioni parte dallo studio di alcuni elementi, fra cui il livello di debito in rapporto al Pil, la diversificazione dell’economia (ad esempio se è formata essenzialmente da servizi o industria o anche da altri elementi), le fonti di entrata e di spesa, il grado di indipendenza della banca centrale. Per quanto riguarda gli Stati Uniti la situazione è meno allarmante di quello che sembra. L’America ha la possibilità di stampare dollari e quindi di assorbire il debito. Questo crea inflazione, un elemento che abbassa il costo che gli Stati Uniti dovranno sopportare per ripagare il debito. Questo modo di agire viene definito “default gentile”. Anche S&P sa che la locomotiva del mondo non andrà in bancarotta. Ma le elezioni si avvicinano e c’è il timore che il mondo politico inizi a pensare più ai propri interessi che a quelli generali della nazione, di cui il debito rappresenta un elemento fondamentale. Cosa deve fare un investitore Resta il fatto che gli investitori, dopo una notizia del genere (e questo vale per i bond americani come per quelli di qualsiasi altro Paese), quando vedono messo in pericolo il rating sui loro asset devono trovare il modo di reagire. La strategia dipende molto dalla capacità del singolo operatore di sopportare la volatilità e il rischio. Una delle domande da porsi è se si vogliono avere in portafoglio dei bond che corrono il rischio di non essere ripagati. Molti gestori, in casi del genere riducono la posizione sull’asset a rischio e comprano debito corporate che offre un valore migliore. Alcune società di gestione, fra cui Pimco, preferiscono andare a caccia di obbligazioni nei Paesi sviluppati e nei migliori fra i mercati emergenti. Questo è un sistema per diversificare il portafoglio. Io però consiglio di stare attenti prima di affidarsi a una strategia di questo genere e di scegliere manager esperti. La parola magica Tornando all’esempio americano la parola d’ordine da non dimenticare in casi come questo è ‘diversificazione’. La prima linea di difesa è rappresentata da asset come i metalli preziosi. Non è un caso che il lunedì seguente all’annuncio di S&P, l’indice Dow Jones sia arrivato a perdere il 2%, mentre il metallo giallo ha fatto un balzo sfiorando la quota record di 1.500 dollari a oncia. Un’altra strada è quella di puntare sulle grandi aziende multinazionali. Nomi come Procter & Gamble, Philip Morris, Pepsi e Coca Cola, offrono una buona diversificazione a livello geografico e assicurano buoni dividendi. Queste strategie, in ogni caso, non devono far dimenticare che, dal punto di vista finanziario, ci troviamo in un momento critico. L’outlook sulla locomotiva mondiale è passato da stabile a negativo. Questo significa che ci troviamo in uno dei momenti peggiori della storia economica degli Usa. K Eric Jacobson è direttore della ricerca sul reddito fisso di Morningstar 24 Morningstar Investor Luglio/Agosto 2011

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Luglio/Agosto 2011

Morningstar Investor Luglio/Agosto 2011
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
Cosa devi sapere per investire in bond
Ecco perché sto fuori dai Treasury
Italia e Spagna non sono "veri" Piigs
10 domande a Lorenzo Pagani (Pimco)
Tassi e rischio sistemico, le variabili macro che muovono i bond
Corporate bond: comprare, tenere o vendere?
Check up del portafoglio: stress test in caso di rialzo dei tassi
Cosa fare se cambia il rating
È tempo di rivedere gli indici obbligazionari?
Singolo titolo, fondo o Etf?
Cerca il fondo giusto, non il migliore
Investire nel reddito fisso con i migliori gestori
Fund Analysis dei fondi obbligazionari
Corporate bond, Morningstar dà i voti
Rischio/rendimento, qualità e duration: la diagnosi dei fondi obbligazionari

Morningstar Investor - Luglio/Agosto 2011

https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q4-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q3-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q2-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_2013q1-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20121112-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120910-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120708-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120506-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120304-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20120102-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20111112-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110910-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110708-it
https://www.nxtbook.com/nxtbooks/morningstar/investor_20110506-it
https://www.nxtbookmedia.com