Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012 - (Page 10)

Scenari Gli Usa non fanno marcia indietro Di Paul Cloonan Consumi, lavoro e attività manifatturiera indicano che la crescita economica non si fermerà. L’incognita è l’Europa. Sta diventando sempre più chiaro che la scorsa estate ha rappresentato solo un momento di rallentamento per l’economia americana e non una fase di stallo che poteva portare ad un ritorno alla recessione. Per il 2012, la nostra aspettativa è per un altro anno di crescita, ancorché modesta, dell’economia d’oltreoceano, con i consumi che rappresentano ancora una componente importante del Pil, mentre sul fronte governativo l’austerità farà da zavorra alla crescita. Comunque il miglioramento congiunturale continuerà e, nelle nostre previsioni, non vediamo scenari recessivi per gli Stati Uniti. Questa previsione è, tuttavia, soggetta a determinate condizioni. I rischi maggiori vengono da fattori esterni come la crisi del debito in Europa o un possibile hard landing dell’economia cinese. Ma se non ci saranno shock esterni la crescita americana ha i mezzi per poter continuare. Sulla strada della crescita Nello scenario che si sta delineando mancano quegli eccessi che di solito caratterizzano la fine di un ciclo economico: bassi tassi di disoccupazione che fanno aumentare il costo del lavoro, investimenti eccessivi e improduttivi, magazzini pieni. Quelli della grande distribuzione, ad esempio, sono quasi vuoti per cui un rallentamento nell’andamento della spesa non dovrebbe punire eccessivamente i negozi e i produttori. I consumi, la voce principale del Pil americano, ha sorpreso favorevolmente nella seconda metà del 2011, grazie al buon andamento delle vendite al dettaglio e agli acquisti di auto. Le spese, tuttavia, sono state sostenute in parte da una riduzione dei risparmi e dai tagli delle tasse sugli stipendi. I secondi, in particolare, potrebbero non essere riproposti, per cui il quadro dei consumi nel 2012 sarà ostaggio dell’andamento del mercato del lavoro. Fortunatamente il quadro del settore occupazionale è abbastanza incoraggiante, visto che praticamente tutti gli indici del lavoro mostrano qualche segnale di miglioramento. Le assunzioni nel settore privato stanno crescendo, mentre i licenziamenti e le richieste di sussidi di disoccupazione stanno scendendo. A questo va aggiunto che molti lavoratori stanno lasciando volontariamente il proprio posto: segno che, presumibilmente, ne hanno trovato uno migliore. Nel frattempo ci attendiamo un proseguimento del trend visto nel 2011 sul fronte della crescita degli investimenti aziendali, anche se saranno eliminati gli incentivi fiscali. Anche sull’attività manifatturiera domestica ci attendiamo una crescita grazie a condizioni più favorevoli sul fronte dei costi energetici e del lavoro e grazie a richieste più regolari di pezzi di ricambio per i macchinari dal Giappone. Le Corporation hanno liquidità da investire grazie a buoni flussi di cassa, introiti vicini ai livelli record e un indebitamento sotto controllo. Il contante è disponibile grazie ai prestiti concessi dalle banche e a un mercato obbligazionario che continua ad accogliere bene le nuove emissioni. Le esportazioni sono una fonte di forza per l’economia americana. Si tratta di un settore sensibile all’andamento della crescita globale che, grazie alle richieste che arriveranno dai paesi sviluppati e da quelli emergenti (sia per quanto riguarda le materie prime, sia per i prodotti finiti), continuerà a contribuire al rafforzamento della congiuntura. A meno che, si intende, non si assista ad un forte rallentamento economico a livello globale. Ma, mentre l’Europa potrebbe entrare in una fase recessiva nella prima parte del 2012 (sempre che non lo sia già), i paesi in via di sviluppo potrebbero registrare una nuova fase di accelerazione grazie alle politiche monetarie meno restrittive inaugurate ad agosto 2011. L’attività di costruzione immobiliare ha subito un periodo di stallo dopo gli anni della bolla immobiliare. Adesso, tuttavia, i rischi di un calo sembrano limitati, anche alla luce dei livelli depressi che stiamo vedendo in questo periodo. Qualche segnale di speranza non manca: i prezzi degli affitti, ad esempio, stanno registrando un risveglio. 10 Morningstar Investor Gennaio / Febbraio 2012

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012

Morningstar Investor Gennaio/Febbraio 2012
Attualità
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L'Editoriale
Potenze a confronto
Gli Usa non fanno marcia indietro
La Cina ha molte carte da giocare
Cosa manca a Shanghai per essere Wall Street
Gli americano rivalutano il risparmio, i cinesi provano a ridurlo
Imprese di stato, è tempo di cambiare
Compro la Cina da Milano
5 domande a Pierpaolo Benigno (economista)
Rischio super-potenze, strategie di copertura
Cina e Usa: motori difettosi?
Analisi Morningstar
Usa e Cina negli Etf
ETF Analysis
Gli affari d'oro di New York a Pechino
Cina e Usa sono big anche nei fondi

Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012

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