Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012 - (Page 28)

Asset Allocation Un portafoglio con stile Di Marco Frittajon L’approccio, diffuso negli Stati Uniti, si fa strada anche in Europa. Ma è importante tenere conto del rischio di liquidità. Negli Stati Uniti è pratica consolidata diversificare gli investimenti e quindi costruire portafogli che tengano conto della dimensione in termini di capitalizzazione delle società quotate e della tipologia di aziende, in particolare se orientate alla crescita o meno, da detenere in portafoglio. Inoltre molti gestori hanno creato prodotti i cui benchmark sono proprio indici di mercato di tipo growth o value. Da Sharpe a Fama-French L’utilizzo degli indici di mercato come base per la creazione di prodotti di investimento, sia attivi sia passivi, trae origine dal contributo di teoria economica di William Sharpe con il modello CAPM (1964) e l’estensione di John Lintner (1965). In tale modello gli asset presenti sul mercato vengono messi in relazione con l’esposizione diretta al rischio sistematico e da esso separati al fine di evidenziarne le caratteristiche peculiari. Come estensione questo approccio permette di misurare l’abilità del gestore nel generare performance a prescindere dall’andamento del mercato di riferimento. Inoltre gli indici sono la base per la costruzione di investimenti cosiddetti passivi (da qui il florido mercato degli Exchange traded funds). E’ con l’estensione del CAPM da parte di Eugene Fama e Kenneth French, che si dà credito a fattori addizionali al semplice beta nello spiegare cosa influenza i rendimenti dei titoli. In particolare essi trovano una relazione stabile relativa al ivello di capitalizzazione di mercato e al rapporto fra prezzo e valore di libro (valore contabile). 28 Morningstar Investor Marzo / Aprile 2012

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012

Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
In principio, Markovitz
Il primato dell’asset allocation
MVO, l’evoluzione della specie
Markovitz 2.0
Oltre alla teoria dell’utilità attesa
Analisi di portafoglio, strumenti di frontiera
Rischio e modelli scenari
La metamorfosi degli indici
Cap e fondamentali, mix possibile
Un portafoglio con stile
Value, growth, cicli di mercato e sentiment
Strategia, chiave di volta del bravo gestori
Quando il gestore fa la differenza
Manuale d’uso dei fondi bilanciati
Analisi Morningstar
Markovitz 2.0, dalla teoria alla pratica

Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012

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